12-12-08 |
|
MEDICINA ,MAGIA, SUPERSTIZIONE L'arte medica a Roma fu portata dai Greci. Un' informazione precisa in merito è fornita dallo scrittore romano Plinio: < Il primo medico giunto a Roma fu Arcagato, figlio di Lisania ,che emigrò dal Peloponneso nel 219 a.C. A lui fu concessa la cittadinanza romana e a spese pubbliche gli fu messa a disposizione una bottega, a uso di ambulatorio, all' incrocio della via Acilia. La prima scuola di medicina in Roma si formò circa cent'anni dopo, nel 1 sec. a.C e fu fondata da un altro greco ,Ascelepiade, che si guadagno una grandissima reputazione professionale.Fino all'epoca di Cesare, il governo romano,per soddisfare il bisogno di assistenza medica, emano delle leggi per invogliare i Greci a stabilirsi a Roma;tra gli altri concetti anche l'esenzione dalle tasse. La professione medica si sviluppo in età imperiale soprattutto per merito del greco Galeno (vissuto anche a Roma, dove morì nel 199 d.C ). Fra i medici romani va ricordato Antonio Musa, il medico personale di Augusto. I più apprezzati e stimati ricevevano paghe piuttosto alte. I ferri chirurgici trovati negli scavi di Pompei fanno pensare a notevoli abilità tecniche unite a buone conoscenze teoriche. Ma accanto a quest'arte medica esercitata da seri professionisti e che ebbe diffusione quasi esclusivamente tra i ceti sociali più colti, prosperò un altro tipo di professione medica, collegata a pratiche magico-religiose e ad antiche usanze superstiziose,verso le quali la grande massa del popolo mostrava grande fiducia. E' quasi certo che fu questa l'arte più diffusa e più generalmente seguita; si leggano, ad esempio, nel documento che segue, alcuni procedimenti curativi popolari connessi con il culto del dio Esculapio: < Esculapio diede responso a Gaio, cieco, dicendogli di andare alla piattaforma sacra e di fare atto d'omaggio, e quindi di andare da destra a sinistra e di mettere le cinque dita sulla piattaforma, alzando poi la mano e portandola agli occhi. Gaio acquisto così la vista, alla presenza della folla giubilante. I FARMACI ERANO A BASE DI ERBE Le medicine dei Romani erano preparate principalmente con le piante: fiori, erbe, radici. Sappiamo, ad esempio, che contro le infiammazioni si usava il papavero; contro le lentiggini i semi di lino, per i difetti della vista lo zafferano, ma soprattutto, sembra, veniva impiegata una radice, il laserpizio, che doveva essere ritenuta miracolosa perché curava tutti i mali: cattiva digestione, mal di gola, sciatica, asma, pleurite, itterizia, epilessia, punture velenose, calli, mal di denti... Altro toccasana-più semplice da trovare, alla portata di tutti-era il cavolo(brassica), che il naturalista Plinio il Vecchio consigliava per ogni male. |
||
Album
fotografico: Roma antica
Sfogliate questo album fotografico in cui trovate le nostre fotografie scattate a Roma |
|
||
Ultimo aggiornamento: 12-12-08