Porgi l’altra guancia
Un sacerdote servitore
di Dio
lento in meditazione
andava in via
a Roma per la piazza
Ungheria
ed "Ave" in
cor dicea a Maria.
Non si curava
d’esser a’ Parioli
e col pregar, in Ciel,
facea voli.
Uomo vigliacco, melenso
e sozzo
al prete buono
die’ del "Bagarozzo"
Tacque l’offeso,
ed il vil, umiliato,
ver ei ancor fu
maleducato
ma del Signor il
servitor sensato
in via sua andò, passo
affrettato.
In guancia menò ei il
mascalzone
e, vil, ancor die’
all’altra schiaffone.
Dell’Evangelo il
detto or soddisfatto,
il tonsurato in lui
pugnò da matto.
Pestò qual tamburel il
villanzone
e suonò quegli di
santa ragione;
destri e sinistri
repenti volaro.
Della lezion, meschin,
gustò l’amaro.
Gente molta in
chiassoso capannello
tifò pel prete a
grande bordello.
Il fellon vacillante e
fiaccato
Prese fuga con passo
affrettato.
Fu pace allor in piazza
Ungheria
ed il vincitor prese
sua via.
Festante e baldo, agil
se ne gia
e dicea in cor:
"Ave, Maria!".
Farina
Ellido
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