Come faccio a… SCRIVERE LE MIE OPINIONI PERSONALI

La redazione di SEMPLICI OPINIONI PERSONALI RELATIVE A TESTI LETTERARI
 

È molto difficile esprimere opinioni critiche su di un testo letterario perché per avere delle opinioni bisogna capire profondamente il significato del testo stesso e metterlo in rapporto ad altri testi o al nostro vissuto.

All’inizio è sempre bene inserire: “secondo me…” perché così spieghiamo al lettore che ciò che leggerà sono opinioni personali che può o meno condividere.

L’analisi proseguirà in modo personale ma, per facilitare un po’ il lavoro, almeno per le prime volte, puoi seguire questo schema:

–         Secondo me … (1)

–         l’autore, vuole mettere in evidenza… (2) (oppure “ci presenta”)  (3)

–         utilizzando un linguaggio … (4)

–          ci fa vedere (oppure “ci presenta”)… (5)

–         la realtà presentata è … (6)

–          sono presenti parole-chiave come … (7)

–          la morale è (oppure, “il pensiero dell’autore è teso a”) … (8)

–          in conclusione… (9)

(1)   Nel testo, nel romanzo, nella poesia, nel suo diario, nella lettera, nel brano narrativo, nella pagina appena letta, …

(2)   Risposte varie per esempio:la propria visione della vita, l’importanza della solidarietà, una storia di amicizia, l’importanza della cultura, la propria gioia di vivere, la propria visione pessimistica della vita …

(3)   Un personaggio dei fumetti, una personaggio storico, un supereroe, un ragazzo, una ragazza, due amici, un vecchio, un animale domestico…

(4)   Colloquiale, familiare, letterario, aulico, ricco di metafore, elementare, prolisso, sintetico, alto, medio, basso, parlato, dialettale…

(5)   Rispondere evidenziando la situazione comunicativa, l’ambientazione del testo, i personaggi presenti…

(6)   Onirica, immaginaria, irreale, verosimile, storica, moderna, antica, relativa alla periferia, relativa a paesi lontani nel tempo e nello spazio, relativa al ghetto…

(7)   Amore, amicizia, famiglia, vecchiaia, natura, ecologia, gioventù, magia, religione, scienza, solitudine…

(8)   È il significato profondo dell’opera / della poesia / del racconto …

(9)   Riassumo tutti i punti precedenti per concludere con una semplice frase ad effetto (attenzione, è molto difficile da trovare!).

 

ESEMPIO

OPINIONI PERSONALI SULLA POESIA: “IL PASSERO SOLITARIO” DI GIACOMO LEOPARDI

 

Il testo:

Il passero solitario

 

D’in su la vetta della torre antica,
passero solitario, alla campagna
cantando vai finché non more il giorno;
ed erra l’armonia per questa valle.
Primavera d’intorno
brilla nell’aria, e per li campi esulta,
si ch’a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
gli altri augelli contenti, a gara insieme
per lo libero ciel fan mille giri,
pur festeggiando il lor tempo migliore:
tu pensoso in disparte il tutto miri;
non compagni, non voli,
non ti cal d’allegria, schivi gli spassi;
canti, e così trapassi
dell’anno e di tua vita il più bel fiore.

Oimè, quanto somiglia
al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
della novella età dolce famiglia,
e te german di giovinezza, amore,
sospiro acerbo de’ provetti giorni,
non curo, io non so come; anzi da loro
quasi fuggo lontano;
quasi romito, e strano
al mio loco natio,
passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch’omai cede alla sera,
festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
odi spesso un tonar di ferree canne,
che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
la gioventù del loco
lascia le case, e per le vie si spande;
e mira ed è mirata, e in cor s’allegra.
Io solitario in questa
rimota parte alla campagna uscendo,
ogni diletto e gioco
indugio in altro tempo: e intanto il guardo
steso nell’aria aprica
mi fere il Sol che tra lontani monti,
dopo il giorno sereno,
cadendo si dilegua, e par che dica
che la beata gioventù vien meno.

Tu, solingo augellin, venuto a sera
del viver che daranno a te le stelle,
certo del tuo costume
non ti dorrai; che di natura è frutto
ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
la detestata soglia
evitar non impetro,
quando muti questi occhi all’altrui core,
e lor fia vóto il mondo, e il dì futuro
del dì presente più noioso e tetro,
che parrà di tal voglia?
che di quest’anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
ma sconsolato, volgerommi indietro.

LE MIE OPINIONI PERSONALI

 

Secondo me, siamo dinanzi ad una delle più belle liriche della nostra letteratura.

L’autore ci presenta, in modo alquanto originale, il tema della solitudine mediante il parallelo tra il passero solitario, simbolo di una giovinezza troppo riservata e fuggevole, interamente dedicata agli studi, ed il poeta stesso.

Il linguaggio, utilizzando molte figure retoriche, ci fa vedere l’antico borgo e il solitario passero che osserva pensoso gli altri uccelli, restando in disparte, privo di compagni e senza allegria. Non a caso sono presenti parole-chiave come “tramonto, solitudine, vecchiaia”, perché tali parole fanno capire che il poeta, simile al passero solitario, ha una concezione della vita improntata al tramonto, alla morte perché veramente pochi sono i momenti di felicità per lui.

La realtà presentata è triste ed in rapporto a tutta l’opera letteraria dell’autore  stesso ed alla visione della natura non madre, bensì matrigna.